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al testo di Marina Pacifici
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Ricordi?
il rivo d’argento lambiva il salice in fiore. L’armoniosa corrente cullava fra le soavi anse i germani, eterei i nostri giorni senza il brumoso presagio del domani. Memoria struggente di un’ estate fugace suggellata nel cuore. L’occhieggiare gioioso del sole l’eco indimenticabile delle tue dolci parole. La Luce d’un giorno che pareva senza fine, ogni mestizia bandita oltre il crinale delle verdi colline, e le nostre anime vicine. Le mie piccole mani ad offrire a te, mio sovrano un bouquet di scarlatti papaveri, si smarriva lo sguardo mio nell’universo del tuo, all’ombra fresca e rassicurante dei tuoi occhi neri. L’arcobaleno d’un sorriso paterno trionfo d’un amore senza confine, autunno d’un sentimento che non conosce eclisse o inverno. E le corse d’una bambina a coglier fiori campestri a sfiorare la cometa evanescente della felicità. E la tua presenza, mia ultima estate di sole prima dell’oscurità. Le tue mani gentili, premurose profumate di sogni e di rose a cingere la fanciullesca fronte nel diadema intrecciato di tenere fronde. Il bacio d’un sorriso m’incoronava regina d’illusione,. L’abbraccio tuo fragrante di glicine il mio incantato reame, uno sguardo tuo la Voce del Mare, la cui rimembranza un’anima in burrasca riesce a placare. Ora che il rimpianto stilla in pioggia incessante dal cielo senza azzurro della mia solitudine, nella diaspora dell’assenza a Te vola il cuore, mio Priamo, nel battito d’ali della nostalgia in fremente sussurro. E all’ombra malinconica del salice in fiore piango brucianti lacrime. M’accarezza dolce il miraggio del tuo sorriso perduto, nell’evanescente crepuscolo di porpora del mio capitolato reame, mio indimenticabile sovrano fra spine di rimpianto e petali di cenere muto. Ricordo di un incancellabile Amore palpitante nella giava di nostalgia del cuore. "IL PASSATO E' MORTO E SEPOLTO, MA NULLA E' PI§ REMOTO DEL RAGAZZO CHE FUI" George Bernanos |
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